Woody, giochi a boxe?

Caro Woody,
io ti ho amato e ti amo tantissimo. Ti perdono sempre tutto, anche se sbagli un sacco. E stasera sarei voluta uscire dal cinema con in mano qualcosa in più di un’unica vera risata e qualche sorriso e Parigi negli occhi che, capirai, è Parigi, troppo facile sfangarsela così.

Io che intorno ai personaggi che hai piazzato nel film, come molti, ci ho costruito i miei studi, io che di mio subisco il fascino del “negozio nostalgia”, per estetica e stato d’animo, io, forte dei commenti mirabolanti delle persone che ho intorno, speravo che sarei uscita dalla sala sospirando per aver visto un piccolo delizioso capolavoro.

Non è successo. Neanche lontanamente. Peccato.

Tra le cose che devo dirti c’è che far recitare gli altri come se fossi tu ha un po’ rotto le palle. Lo fai di proposito, lo sappiamo. Ormai mi è evidente che lo fai perché vuoi mancarci. Eppure la sensazione atroce che riesci a ricreare è solo una: è come se tu fossi morto e nessuno riuscisse più a essere all’altezza. Eppure sei vivo, porca puttana.

Grazie per la battuta sui surrealisti e grazie per il discorso sull’amore che metti in bocca ad Hemingway: “Io penso che l’amore vero, autentico, crei una tregua dalla morte; la vigliaccheria deriva dal non amare o dall’amare male, che è la stessa cosa, e quando un uomo vero e coraggioso guarda la morte dritta in faccia come certi cacciatori di rinoceronti o come Belmonte che è davvero coraggioso, è perché ama con sufficiente passione da fugare la morte dalla sua mente, finché lei non ritorna, come fa con tutti. E allora bisogna di nuovo far bene l’amore. Devi pensarci.

E certamente non è difficile pensarci quando infili nel cast Marion Cotillard, indubbiamente una delle donne che springiona più erotismo di tutto il cinema contemporaneo.

Ho adorato la scelta di Adrien Brody e detestato la scelta di Carla Bruni.

Ho boffonchiato infastidita sulla locandina che utilizza il quadro di uno dei pochi pittori che non fai incontrare al protagonista. Cosa che avrà anche un senso nella tua testa ma, credimi Woody, sono certa che nessuno degli altri defunti si sarebbe offeso, lo avessi privilegiato rispetto agli altri.

Fai danni da un sacco di anni. Deludi da un sacco di anni. Stai diventando vecchio e malinconico. E, come tutti quelli che arrivano alla fine della vita, stai iniziando a interrogarti sulla morte. Ma questa volta sul serio. Tu, con la tua modalità atea e cinica che tanto ci faceva gridare al miracolo, forse stai indagando un universo parallelo a cui vorresti iniziare a credere ma che ti obbligherebbe a fare un passo indietro. Stai cercando l’immortalità attraverso una speranza che non si è capito se sia il talento, il CERN o l’apertura alla reincarnazione. Tutto in superficie, come se non volessi dirci veramente cosa ti passa per la testa. Ci arriverai prima o poi, lo so, ma qui si è un po’ stanchi di aspettare.

Insomma, io questa sera volevo dirti sostanzialmente una cosa e poi chiudo: non morire prima di rifare un film decente perché è la volta che mi incazzo davvero.

9 pensieri su “Woody, giochi a boxe?

  1. Ho visto il film, qualche giorno fa.
    Io non sono una grande appassionata di di Allen, questo lo ammetto.
    Ma midnight in Paris l’ho apprezzato, forse perchè io ci ho visto altro senza pretendere chissà cosa. Io ci ho visto della verità. Pochi giorni prima di vedere il film, parlando con un amico ho detto: Ah… sarrebbe stato bello poter vivere negli anni ’60, sarebbe stato tutto così semplice…”
    A sua volta ognuno rimpiange il passato ma mai quanto alla persona che l’ha vissuto. Tutto è relativo nella vita, l’erba del vicino è sempre più verde. Per me il messaggio del film è stato: apprezza il presente! Ognuno ha il tempo storico che si merita (anche se credo in altre vita, magari chissà ho vissuto anche io nella belle epoque).
    E comunque Parigi è una città in cui mi trasferirei all’istante. Sono stata una settimana lì, e già mi immaginavo anche io seduta fuori a quei tavolini con un portatile a scrivere ‘l ennesimo post, mangiando qualche cioccolatino comprato da Angelina e ringranziando Dio per aver creato una città così maledettamente romantica.

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  2. Sono d’accordo, infatti non ho detto che è un brutto film o che è un film privo di messaggi (e quelli che tu dici ci sono indubbiamente tutti). Woody Allen è un genio e ha mestiere, per lui sarà sempre impossibile fare un brutto film. Io mi arrabbio proprio per questo, perché lui – di cui io invece sono grande fan – poteva tirar fuori, da quel bellissimo soggetto, un piccolo capolavoro che tutti avremmo ricordato come tale. Invece ha tirato fuori un filmetto piacevole e niente di più. Come fa, d’altronde, da diversi anni a questa parte. Detto questo, io a Parigi ci ho vissuto per tre mesi e ieri ricordavo ogni mattone. Ma è una città che mi smuove sempre sentimenti molto contrastanti.

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  3. Dicono le scale della chiesa di Saint Etienne du Mont, Montagne Sainte-Geneviève. Se lo cerchi su google maps trovi anche quali sono. A vederle così sembrano quelle dell’ingresso dalla parte di Place de l’Abbé Basset.

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